
Come fare per avere contenuti vincenti
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21 Dicembre 2016I Social Network
Benché i Social Network non possano sostituire il sito internet, che resta il luogo privilegiato dove un’azienda può raccontare se stessa, è innegabile il sempre più massiccio utilizzo di questi strumenti nell’ambito del digital marketing. I canali social, infatti, consentono di instaurare un legame con il pubblico, di accorciare le distanze tra azienda e clienti e, in ultima analisi, di attirare potenziali clienti verso il sito aziendale.
Vediamo allora quali sono i principali Social Network a disposizione e il loro funzionamento.
Tutti conosciamo Facebook, la creatura di Mark Zuckerberg, fondato nel 2004 e a tutt’oggi il social più affollato, con circa 1,6 miliardi di utenti a livello mondiale (fonte: wearesocial.com).
Basato su un sistema di amicizie reciproche, Facebook consente agli utenti di condividere post, video, immagini e quant’altro. Poiché il regolamento del social non consente di sponsorizzare prodotti e servizi a partire da un profilo personale, le aziende che vogliano sfruttare questo enorme bacino di utenza devono creare una pagina aziendale (o fan page).
Grazie ad essa l’azienda dialoga direttamente con i clienti, che a loro volta possono premiare la pagina con un “mi piace”, leggerne i contenuti e condividerli con i loro “amici” e, naturalmente, consigliare i relativi prodotti e servizi all’interno della rete, andando così ad incrementare il numero dei fan. Il guadagno è ovvio in termini di popolarità del brand.
Creato nel 2006, Twitter è un servizio di microblogging che serve soprattutto ad informarsi, prima ancora che ad instaurare relazioni.
L’universo di Twitter si divide in followers (coloro che ci seguono e che quindi vedranno i nostri messaggi) e following (coloro che noi seguiamo e di cui quindi vedremo i messaggi) e non c’è alcun vincolo di reciprocità (quello delle amicizie di Facebook, per intenderci). Gli utenti possono postare messaggi di testo di lunghezza massima pari a 140 caratteri (i cosiddetti tweet o cinguettii), a cui possono essere allegati immagini e video.
Su Twitter si scambiano informazioni in tempo reale e le notizie diventano obsolete rapidamente. L’utilizzo degli hashtag (parole chiave precedute dal simbolo #) favorisce la ricerca di argomenti specifici. Inoltre da qualche anno compaiono nella pagina principale del social i trending topics (temi di tendenza) che corrispondono agli hashtag e agli argomenti maggiormente discussi.
Twitter è ottimo per ascoltare ciò che ci succede intorno, per tenere d’occhio la concorrenza, per rimanere informati su attualità, temi politici, eventi e quant’altro, ma anche per farci notare e dialogare direttamente con persone che hanno i nostri stessi interessi o con potenziali clienti (che possiamo raggiungere partecipando alle conversazioni).
Amato o odiato a seconda dei gusti (anche per la peculiarità dei messaggi forzatamente brevi), Twitter conta oltre 300 milioni di utenti a livello mondiale. Tuttavia, con lo stallo del numero dei nuovi iscritti, questo social sta attraversando un periodo di crisi che spinge ad interrogarsi sul suo futuro.
Google+
Google+ era un social creato da Google nel 2011, che si integrava perfettamente con gli altri servizi Google (a partire da Maps), ma che ha avuto vita relativamente breve.
Nelle sue varianti Local e Business consentiva di aumentare notevolmente la visibilità delle aziende in internet ed era assolutamente un must per quelle che volevano essere trovate in rete dalla clientela locale. Molto ben indicizzato dal motore di ricerca, Google+ era infatti un ottimo alleato nella corsa per il posizionamento. Ciò significava che aziende con profili Google+ avevano maggiore probabilità di essere mostrate tra i primi risultati quando l’utente ricercava in Google determinate parole chiave.
Inoltre questo social, che come Facebook consentiva di condividere contenuti di vario tipo, offriva la possibilità di raggruppare gli utenti in “cerchie” private e quindi di limitare la visibilità di determinati contenuti ai soli clienti potenzialmente interessati.
Nel dicembre 2018 però, Google annuncia di voler chiudere la versione consumer di Google+, di lì a pochi mesi. D’altra parte, già 4 anni prima, l’arrivo di Google My Business mandò in prepensionamento Google Places e per Google Plus era ormai solo una questione di tempo.
Attualmente My Business raggruppa e centralizza tutti quei servizi che servono ad una azienda per localizzarsi e farsi trovare in rete. Ne parliamo infatti nell’articolo Pubblicizza la tua azienda grazie al web.
Nato nel 2003 e con oltre 400 milioni di utenti iscritti, LinkedIn è il più grande network professionale al mondo. Prettamente dedicato ai professionisti, lascia poco spazio alle chiacchiere e risulta un po’ più formale degli altri social.
Per aprire una pagina aziendale su LinkedIn bisogna essere un membro attivo all’interno del social (con un profilo personale e un certo numero di contatti già esistenti) e poter dimostrare il proprio legame con l’azienda in questione. Una volta creata, la pagina consente all’azienda di raccontare la sua storia, coinvolgere i propri follower, pubblicare offerte di lavoro e veicolare il traffico verso il proprio sito web.
LinkedIn consente inoltre di creare fino a 10 pagine vetrina per pubblicizzare i prodotti dell’azienda. Si tratta di pagine a se stanti ma collegate alla pagina principale e che consentono di concentrarsi solo su determinati aspetti dell’attività.
Instagram e Pinterest
Nell’era delle immagini non sorprende il rapido sviluppo di un social come Instagram, nato nel 2010 e con all’attivo 500 milioni di iscritti. Instagram consente di caricare foto (e brevi video), modificarle con filtri vari e condividerle con i propri follower. E’ il luogo ideale per condividere esperienze, momenti, luoghi, dietro le quinte ecc….
Le foto, si sa, creano empatia, stabiliscono un legame, rendono l’azienda immediatamente riconoscibile e generano coinvolgimento presso il pubblico. Questo social può rivelarsi uno strumento fondamentale in una campagna di marketing, specialmente se utilizzato per raccontare storie attraverso le immagini, perché le storie sono ciò che gli utenti vogliono “ascoltare”.
Un po’ più lenta è invece la diffusione di Pinterest, nato anch’esso nel 2010 e, come Instagram, basato sulla condivisione di immagini.
Pinterest permette di raggruppare le immagini per aree tematiche e condividerle con chi ha i nostri stessi interessi. Consente inoltre di inserire link nelle immagini per generare traffico verso il sito dell’azienda. Pinterest è perfetto per parlare di prodotti ed è in special modo utile alle aziende che operano in settori in cui l’aspetto visivo riveste particolare importanza (moda, arredamento ecc…).
YouTube
Fondato nel 2005 e acquisito l’anno successivo da Google, Youtube è la piattaforma di condivisione video più diffusa al mondo ed il secondo più grande motore di ricerca (dopo Google stesso).
Youtube consente di creare canali aziendali, personalizzati graficamente, attraverso i quali le aziende, oltre a mostrare i propri video, possono stimolare commenti e favorire le interazioni con gli utenti.
E’ un altro ottimo strumento per favorire il posizionamento in quanto i video, se muniti di tutti gli elementi che ne favoriscono l’indicizzazione, tendono a comparire tra i primi risultati delle ricerche su Google. I video caricati su Youtube possono inoltre essere mostrati direttamente sul sito web dell’azienda.
Conclusioni
Questa lista non è certo esaustiva. Altri social si potrebbero aggiungere, magari meno famosi e diffusi di quelli analizzati sopra, ma ognuno con le sue peculiarità (avete presente, per citarne uno, il giovane Snapchat, su cui foto e video spariscono automaticamente dopo la visualizzazione??).
E questa varietà di canali fa sì che ci sia solo l’imbarazzo della scelta, sulla base del contenuto che si vuole mostrare e del pubblico che si vuole raggiungere.
E voi? Quali sono i social network che preferite utilizzare? Raccontatelo lasciando un commento!